Beppe Rosso

Da bambino suonavo il pianoforte. A 13 anni, folgorato dalla chitarra dei Queen, ho cambiato strumento. Ho passato gli anni successivi a studiare classici rock, blues e musica popolare, a suonare con diverse band fino a diventare prevalentemente un chitarrista rock. La musica era diventata il mio lavoro ma col passare degli anni il tutto ha cominciato a starmi un po’ stretto. Mi è sempre piaciuto giocare con il look e le abitudini tipiche di ciò che sto facendo, ma questo è bello finché rimane un gioco e mi diverte. Non mi divertivo più, avevo la sensazione di avere un’etichetta incollata addosso e volevo togliermela. Da un po’ di tempo provavo attrazione per la musica acustica, per lo swing, ero affascinato dalla figura di Django Reinhardt. La musica gipsy è stata una seconda folgorazione. Ho ricominciato a studiare, un percorso tecnicamente molto diverso ma in grado di darmi le stesse motivazioni che avevo da ragazzo. Ora amo suonare vecchi standard jazz, amo il mondo dell’improvvisazione e vado avanti per questa strada. A chi mi chiede se il rock mi piace ancora rispondo:
“ Sì, mi piace, mi è sempre piaciuto e mi piacerà sempre, non butto via il mio passato. Ma ora penso al presente e al futuro!”